Cari Amici …  
Preg. mi Dirigente, Colleghi Docenti e Personale ATA, Alunni, Genitori, Autorità Sarcedensi e Zuglianesi…
Nel lontano 1982, dopo aver maturato una prima esperienza di docenza come supplente nella scuola media “A. Manzoni” di Santa Venerina, inoltrai domanda d’insegnamento nella provincia di Vicenza e miracolo … giunse il telegramma di convocazione.
Partii per il Veneto dalla stazione di Giarre, con mia moglie, i nostri tre figli e una valigia di cartone (rigorosamente legata con lo spago) piena, soprattutto, di speranze. Mi trasferii, così, a 1.300 Km di distanza dalla mia terra natia, lasciando con molto dolore i miei cari, gli amici, la mia Santa Venerina (la radio libera RTB – Antenna Jonica Etnea, dov’ero speaker), la montagna e il mare, il clima mite, i sapori, gli odori, le tradizioni della Sicilia… ma in compenso iniziai la mia gioiosa carriera, naturalizzandomi, pian piano, in questo meraviglioso territorio dell’Alto Vicentino.
Durante il viaggio in treno, ricordavo che dalle mie parti (in Sicilia) vi era, e vi è ancora, un forte sentimento di amicizia con i vicentini e in particolar modo con gli abitanti di Cismon del Grappa. Infatti, durante la prima Grande Guerra, la città di Giarre accolse circa duemila profughi cismonesi insediandoli in una zona tra Dagala e Monacella, oggi frazioni di Santa Venerina, lungo una strada denominata poi Via Monte Grappa per richiamare l’evento. I Cismonesi ripartirono per il Veneto la sera del 17 giugno 1919, dalla stessa stazione da cui eravamo partiti noi. Alcuni di loro rimasero i Sicilia mettendo su famiglia, diversi anziani trovarono riposo nei nostri cimiteri…
Tutto ciò mi confortava, ma giunto a Fara Vicentino non fu facile trovare un alloggio, c’era una manifesta pregiudiziale nei confronti dei meridionali e dei siciliani… alla fine trovai casa un Busu (Buco: dialetto vicentino) senza servizi e senza cucina e proprio perché non bisogna mai generalizzare, trovai pure un fornaio innamorato della Sicilia e dei siciliani, il Sig. Silvio Zavagnin, che mi forniva il pane a credito e lo pagavo ogni fine mese. Diventammo subito amici. Il Sig. Silvio (ormai nel mondo dell’eternità) durante la seconda guerra mondiale, aveva prestato servizio militare come artificiere in Sicilia ed aveva salvato la Città di Ramacca (Ct) disinnescando le mine poste dai Tedeschi sotto il ponte del fiume Gornalunga, che era l’unica via di accesso al paese.
Grazie alla nostra amicizia riuscii a farlo tornare in Sicilia per rivedere Ramacca (accompagnato da mio cognato, il preside Salvo Musumeci). Qualche tempo dopo Zavagnin ricevette la cittadinanza onoraria dal Comune di Ramacca, per il suo gesto di amore.
Durante la mia carriera di docente ho cambiato ben 36 scuole, dalla pianura all’altopiano di Asiago, giungendo, infine, nella bella comunità di Sarcedo, dove ho subito trovato solidarietà, affetto, disponibilità e tutto quello che può desiderare un Educatore (Colleghi, Personale ATA, Presidi, Istituzioni locale, alpini,  Alunni e meravigliosi genitori).
A Sarcedo si è creato un rapporto costruttivo e familiare in tutto, e gli ultimi tre anni li ho spesi impegnandomi nella promozione di un progetto di “Gemellaggio con la mia Sicilia”.
È stato, sicuramente, un lavoro duro, ma ambizioso per tutti, insegnanti, personale ATA, Preside alunni e genitori, con la collaborazione delle istituzioni locali. Ogni occasione era buona per lanciare nuove idee e nuovi obiettivi comuni: raccolta fondi da parte degli alunni, genitori e insegnanti; lavoro pesante, estenuante, ma gratificante allo stesso tempo.
Il 20 febbraio scorso abbiamo realizzato il “sogno”: siamo partiti per la Sicilia con destinazione Nicolosi – Porta dell’Etna concretizzando il gemellaggio con l’I.C. “Cardinale G. B. Dusmet”. Per tutti noi e per gli ospitanti è stata un’attività da non dimenticare, in tutti i sensi. Ho visto il riconsolidarsi di quell’amicizia, tra la Sicilia ed il Veneto, che ho ricordato inizialmente.
Al rientro in Veneto, il 24 febbraio notte, l’incubo più assoluto: “COVID-19”. Tutti segregati in casa.
Prima del 24 notte la mia valigia era piena di tutto quello che si potesse chiedere alla vita…  in un attimo, il baratro …
Adesso preparo la valigia dei bei ricordi, piena di affetti indelebili; ringrazio di vero cuore tutti e lascio la scuola, ma non vado via: rimango sempre a disposizione della comunità. Ormai sono uno di voi, i miei nipoti sono nati in Veneto, qui è la nostra vita, ma resto nel contempo orgogliosamente siciliano!
Grazie per quanto mi avete dato, vi abbraccio tutti… conservandovi nel mio cuore.
                                                                                                                                  Pippo Puglisi.